Il collettivo dei Poeti anonimi der Trullo esiste dal 2012. Sono sette ragazzini delle case popolari, tutti sotto pseudonimo: Inumi laconico, er Pinto, er Bestia, er Quercia, ‘a Gattamorta, er Farco e Marta der III lotto. Nottetempo lasciano sui muri quartine o distici a rima baciata, come questi versi del Bestia – “So’ er novo Catullo e vengo dar Trullo” – o questi altri del Pinto – “C’ho rime nella testa, ner core na tempesta” –.
I passanti leggono distratti; qualcuno scatta una foto e la rilancia su social media. Finché quei versi diventano virali. Trovarne altri e nuovi diventa una caccia al tesoro che coinvolge l’intera città.
Helga Masala, per la testata Artribune, è forse la prima a descriverne la po etica: “Non la droga, non le aggressioni tra fazioni, non il vuoto e la disillusione. La poesia come provocazione dolce. Giovani, ironici e cocciuti sognatori metropolitani: metroromantici”. I ragazzini del Trullo diventano un’icona della periferia romana. “Aiutati dal gioco della segretezza, spargono mucchietti di parole fra i muri sgualciti: quei versi attecchiscono fra il cemento e la distrazione diffusa”.
Dal 2013 al gruppo si aggiunge Mario, che non è né giovane né poeta. Lunghi capelli bianchi, Mario sbarca il lunario come imbianchino. Anche lui però, col favore delle tenebre, comincia a lasciare segni sui muri. A colpi di rullo cancella vecchie scritte di ingiurie, fazioni e tifoserie. Al posto dei semi dell’odio compaiono campiture d’azzurro, turchese, verde-bosco, rosa-pastello, giallo taxi. “L’armonia del colore sancisce la deposizione delle armi. Basta gang o adulti rabbiosi”. Ne nasce un secondo ramo del collettivo: i Pittori anonimi der Trullo.
Nel 2015 entra nel collettivo il comic artist Solo, che disegna super eroi dai tratti umani, senza poteri e col coraggio di raccontare sconfitte e ripartenze. È a quel punto che i ragazzi del Trullo realizzano la prima opera corale: il murale Nina. Ne se guiranno decine di altri; coloreranno il quartiere.
Siamo all’autunno 2015. Il collettivo del Trullo raggiunge la maturità artistica e organizza il Festival della Poesia di strada. Arrivano decine di artisti da tutta Italia, che lasciano in dono alla borgata undici opere pittoriche murali di grandi dimensioni.
L’opera principale, a tema sacro, raffigura il volto ieratico dell’arcangelo Raffaele, patrono della borgata (Mr. Klevra e Sugar Kane). Su largo Cicetti si sviluppano l’omaggio all’attivista Laura la rossa (Solo) e il Viaggio interstellare (Mr. Caos). Poco distante, verso il mercato coperto, ci sono la membrana di calligrammi di Piger, Lallo il pappagallo di Bol23 e le Donne d’Oriente di Moby Dick.
Su viale Ventimiglia c’è Ci ancoriamo per navigare altrove di Diamond: l’àncora rappresenta il quartiere, punto fermo da cui partire, esplorare, ritornare. All’angolo di via Sarzana c’è Ovunque sono di Gomez: nei panni di uno scrivano di altri tempi compare il ritratto di Mario. In tutta la borgata ci sono le serrande parlanti, su versi di Gio Evan e altri.
Dopo l’evento, il collettivo registra partenze e arrivi. Er Pinto intraprende un percorso indipendente e dal 2018 entrano stabilmente i painter Marco Tarascio Moby Dick – sua la Giraffa nera – e Manuela Merlo Uman. Uman dà vita a un ciclo di grandi ritratti femminili su viale Ventimiglia: Frida Kahlo, Greta Thunberg, la cantante Gabriella Ferri e l’astronauta Samantha Cristoforetti.
Poeti e pittori ci consegnano un presente di resistenza gentile. Una delicata ma tenace rivolta contro il degrado. La Magliana in fondo non ha mai smesso di essere un quartiere ribelle, partigiano, in cerca di bellezza.
Altre storie di forza e gentilezza ci provengono dal circondario. Una di esse è quella della Lampada dei desideri. Per raccontarla ci spostiamo a piazza Certaldo 77 e incontriamo Paola, la presidente. Paola è una donna che ne ha passate tante, i guai più di una volta hanno rischiato di sommergerla. Ma Paola non può cedere, perché se cede lei, la figlia portatrice di handicap rimane da sola. Con questa piccola consapevolezza Paola, su locali ceduti in comodato d’uso, ha creato un luogo di aggregazione insolito, dove le “diverse abilità” si incontrano e vincono l’emarginazione. Alla Lampada si dipinge, si danza, si suona; c’è un gruppo musicale – la Band della Magliana – e una biblioteca di quartiere. Il Diversamente Pub è un ritrovo popolarissimo. La Lampada ha persino una web radio e una casa editrice di libri illustrati.
La Magliana ha anche la sua squadra: il Pian Due Torri calcio, in divisa gialloblu. La sua storia comincia nel 1965, con l’occupazione di uno sterrato sul Tevere e alcuni ragazzi che portano la palla e segnano le porte. Ne nasce un ritrovo sano e sicuro, poi uno dopo l’altro arrivano la pallavolo, il basket e il pattinaggio, fino a farne una polisportiva. Il Pian Due Torri ha centrato nel 2017 l’obiettivo della Promozione, girone C.
(articolo aggiornato il 27 Aprile 2023)