Il Superbo mette Roma sotto assedio, sostenuto da Veienti, altri etruschi e popoli italici. Tutti contro Roma. In effetti, gli inizi del nuovo sistema di governo ― la Res publica ― non sono affatto facili. Ma se lo scontro diretto con Veio ha sorti alterne, su altri campi di battaglia invece le cose vanno meglio e Roma mette il naso fuori dal Lazio, giù verso la Campania, dove trova l’inatteso sostegno dei coloni greci.

Per la verità Greci e Romani si fanno l’occhiolino da sempre, in nome dei comuni interessi commerciali. Senza andare troppo lontano, un insediamento greco lo troviamo anche alla Magliana, al III miglio della Via Campana, vicino all’attuale chiesina di Santa Passera: è il porto fluviale di Vicus Alexandri. Qui risiede una comunità grecofona originaria di Alessandria in Egitto, composta di laboriosi artigiani, portuali e importatori. Le rovine del Vico Alessandrino sono visibili ancora oggi: in estate il Tevere in secca regala la vista di una piccola Atlantide, con i cippi di attracco e la lunghissima banchina portuale. Finché lo scontro con Veio arriva a una svolta. Il dittatore Furio Camillo lancia l’attacco, dopo un assedio di dieci anni. È il 396 a.C. Il bottino è immenso. L’euforia per la vittoria, tuttavia, durerà poco più di un attimo.


(articolo aggiornato il 19 Novembre 2022)