Riprendiamo la nostra passeggiata nella Storia. Molte cose sono successe, in quello scorcio tra fine II e inizio III secolo. Un periodo di disordini ha aperto la parabola discendente dell’Impero.

Il Lucus degli Arvali vive il suo ultimo momento di gloria: nel 222 viene realizzato un balneum, un impianto termale con 15 sale e sei piscine mosaicate. L’imperatore Gordiano III (238-244) viene spesso alla Magliana e presiede le celebrazioni per la Dea Madre, ormai appannata nel cuore dei Romani. Gordiano III, chiamato anche Gordiano il Pio, sarà l’ultimo imperatore a ricoprire la carica di magister degli Arvali.

Lo Stato Romano si avvita adesso in una crisi sistemica: i militari hanno richieste sempre più esose; le casse pubbliche sono esangui e i funzionari sono corrotti; la forza-lavoro non si trova. Nelle ville rustiche gli schiavi ― ormai rarissimi ― vengono rimpiazzati dai coloni, uomini liberi che si sottomettono al dominus in cambio di protezione e un vitto minimo.

I Romani assomigliano ora agli etruschi di mille anni prima: il tempo migliore l’hanno vissuto ed è ormai passato; puntellano al meglio il vivere presente; si preparano come possono a un inevitabile futuro in cui cederanno spazio ai popoli emergenti. Li chiamano “bar bar”, “quelli che balbettano”: i barbari stanno arrivando. Un implacabile restauratore ― l’imperatore Diocleziano ― cerca di stabilizzare la situazione. Nel sangue.


(articolo aggiornato il 14 Febbraio 2023)