Nei primi anni del Novecento si apre nella Piana di Pietra Papa un grande cantiere, per trasformare le fornaci della Colle & concimi in un moderno impianto chimico. Il progetto, firmato dall’ingegner Giulio Filippucci, è stato presentato al Comune di Roma il 3 ottobre 1899, per la “costruzione di magazzini, forni e depositi per gli acidi”, ma la partenza del cantiere è stata rallentata dalla prescrizione di setacciamento dei terreni, durante le opere di rimozione dei calcinacci. Il setacciamento restituisce alcuni ritrovamenti archeologici.
Vengono realizzate cinque piccole costruzioni ad un solo piano, in parte oggi perdute: una casina quadrata ad uso ufficio (oggi esistente, all’angolo tra via Pierantoni e via Costanzi); due corpi rettangolari affacciati sul Tevere (bombardati durante la Seconda guerra mondiale); un corpo quadrangolare con doppia fornace (oggi area coktail del Teatro India); e infine un caseggiato quadrangolare con tetto a doppia falda (oggi libreria del Teatro India). In questi ultimi caseggiati escono prodotti chimici variegati – in prevalenza fertilizzanti e collanti industriali –, tutti aventi come materia prima comune gli scarti della macellazione.
Accanto alla Colle & concimi nel 1905 si apre un secondo cantiere, per un’attività decisamente diversa. Si tratta della Società Italiana Molini & Panifici Antonio Biondi di Firenze, che rileva il piccolo Mulino Städlin e ne opera un significativo ampliamento. La società toscana intende ampliare il suo mercato nella Capitale, in continuo incremento demografico e con sempre crescenti esigenze alimentari. La scelta del sito privilegia la vicinanza al Tevere e la presenza di raccordi ferroviari, sia per l’approvvigionamento delle materie prime (i cereali) che per la distribuzione delle farine in sacchi e dei prodotti lavorati.
I lavori di elevazione e ampliamento, diretti dall’ingegner Antonio Fiory, si protraggono fino al 1907. Le strutture hanno l’aspetto architettonico dei caseggiati industriali nord-europei. Il corpo principale, lungo 62 metri e alto 28, presenta quattro ordini sovrapposti di finestre rettangolari, con partiture di mattoni a vista. Internamente, i vari piani – divisi da solai sostenuti da colonnine in ghisa – ospitano le motrici a vapore, i trasformatori per l’energia elettrica, gli impianti per la macinazione del grano e la raffinazione delle farine, e grandi silos di stoccaggio. Un edificio adibito ad uffici e la palazzina degli alloggi degli operai completano la struttura.
Due anni dopo, 1907, la Colle & concimi mette in cantiere un nuovo ampliamento. Sorgono sei nuovi edifici, che raddoppiano le superfici produttive: una casina quadrata su via Costanzi (oggi demolita); un corpo rettangolare con tetto a doppia falda (oggi in uso alla Croce Rossa), il caseggiato rettangolare con torretta su via Pierantoni (anch’esso parte della Croce Rossa); una palazzina su via Pierantoni (conservata in parte, oggi Ditta Medici); un corpo rettangolare sul lungotevere (demolito); e infine il piccolo caseggiato rettangolare con tetto a doppia falda (annesso alla libreria del Teatro India).
Questa seconda serie di ingrandimenti, tuttavia, non otterrà il successo commerciale atteso: la Colle & concimi entra in crisi. La produzione si interrompe nel 1912.
Lo stabilimento Molini Biondi cesserà le attività nel Dopoguerra. A partire dal 2000 il complesso, rilevato da privati, è stato ristrutturato, lasciando intatti i prospetti e ricavandovi all’interno appartamenti e negozi.
(articolo aggiornato il 14 Ottobre 2022)