Il progetto della Metro D, quarta linea metropolitana di Roma, prende forma nei primi anni Duemila, come collegamento sotterraneo tra i quartieri densamente popolati del nord-est cittadino e quelli del sud-ovest, passando per il centro storico.

Il piano approvato nel 2007 prevede 22 stazioni su una percorrenza di 20,4 chilometri. Il capolinea meridionale è a piazzale dell’Agricoltura (Eur), con uno scambio con la Linea B e la Roma-Lido a Eur Magliana. Da qui la linea affronta una sfida ingegnieristica impegnativa: l’attraversamento sotto l’alveo del Tevere con un tunnel fino a Magliana Nuova, cui segue un nuovo attraversamento del Tevere via tunnel fino alla Vasca Navale (facoltà di ingegneria di Roma Tre), e ancora un altro superamento del Tevere fino al quartiere Marconi (stazione Fermi), per poi proseguire con lo snodo ferroviario di Stazione Trastevere (interscambio con le ferrovie regionali FL1, FL3 e FL5).

Proseguendo verso nord, il percorso serve il rione di Trastevere (due fermate: Nievo e Sonnino) e quindi, dopo un nuovo attraversamento del Tevere all’Isola Tiberina, interseca la città storica con tre fermate strategiche: piazza Venezia, piazza San Silvestro e piazza di Spagna, con interscambi con la Metro C e la Metro A.

Dal centro storico la Linea D risale verso nord-est cittadino (fermate: Fiume, Buenos Aires, Verbano, Vescovio, Salario, Prati fiscali), fino a piazzale Jonio (dove interseca la linea B1), per poi proseguire ancora per altre tre fermate (Adriatico, Talenti, Pugliese) e raggiungere il capolinea settentrionale a Monte Sacro, in via Ugo Ojetti.

Il progetto del 2007 si basa sul “project financing”, un metodo di finanziamento basato sulla ricerca di investitori e i finanziatori che condividono sul lungo termine i rischi e i benefici dell’impresa. Nel 2011 tuttavia l’Autorità di vigilanza sui Contratti pubblici ha sollevato dei rilievi su questo tipo di procedura, giudicata non sostenibile, portando di fatto ad uno stop del progetto. Sono seguiti nel 2012 la revoca formale della gara d’appalto e un lungo oblio.

Passano sette anni e nel 2019 l’Amministrazione Raggi riprende il progetto. Il primo passo è una delibera dell’Assemblea capitolina, un atto di indirizzo che mira a proseguire la gara per la scelta del costruttore o, più realisticamente, di valutare la possibilità di ripensare l’intero progetto, visto che nel frattempo la città è cresciuta e cambiata.

Roma Metropolitane ha messo in evidenza l’importanza di una “project review” – cioè una revisione radicale del progetto –, sottolineando che il progetto preliminare del 2007 era ormai in parte superato, anche in ragione delle nuove esperienze maturate con la Metro C, dove si sono realizzate con successo “stazioni-pozzo”, più piccole rispetto alle stazioni tradizionali, e gallerie di diametro più ampio.

Il passaggio successivo, nel 2021, è stato l’inserimento della Metro D tra le infrastrutture del PUMS, il Piano urbano della mobilità sostenibile. Il piano ha confermato l’impianto di una linea radiale lungo l’asse nord-est/sud-ovest della città, con capolinea a via Ojetti (Monte sacro) e piazzale dell’Agricoltura (Eur). Tuttavia, per l’attraversamento del Centro storico, dove sono maggiori le difficoltà tecniche per i vincoli archeologici, il PUMS propone tre varianti: Pincio-Piazza Venezia, Pincio-Ansa barocca e Salario-Castel Sant’Angelo.

Il PUMS prevede anche due prolungamenti: il prolungamento Nord, verso il Grande raccordo anulare (Nomentana-GRA), e il prolungamento a Sud-Est (Grotta Perfetta).

Nel Territorio Portuense il PUMS prevede invece una tratta in diramazione lunga 5,17 km, la D2, che partendo dalla Stazione Trastevere, raggiunge il Corviale (fermate intermedie: Vigna Pia, Ramazzini, Largo La Loggia, Trullo e Casetta Mattei).

Nel gennaio 2024 l’Amministrazione Gualtieri ha manifestato l’intenzione di riprendere e aggiornare il progetto della Metro D. Per favorire la revisione progettuale, il Comune ha stanziato 3 milioni di euro a favore di Roma Metropolitane, incaricata di verificare le condizioni di realizzazione e adattare il progetto alle mutate esigenze urbane.

Nel gennaio 2025 Roma Metropolitane ha così presentato all’Amministrazione capitolina una versione aggiornata del progetto della Metro D. Le modifiche rispetto al progetto originario del 2007 sono significative.

La linea conserva il suo impianto nord-est/sud-ovest, tuttavia integra adesso nel percorso anche i due prolungamenti a Nord e a Sud-est, portando così la lunghezza complessiva della linea a 30 chilometri e le stazioni a 30, rispetto alle 22 stazioni e i 20,4 km iniziali. Il progetto introduce treni a guida automatica lunghi 70 metri.

Questa è la nuova percorrenza. Il capolinea nord si attesta all’intersezione tra la Nomentana e il Grande raccordo anulare (Nomentana GRA). Seguono senza grandi stravolgimenti le fermate già previste dal tracciato del 2007 (Ojetti, Talenti, Adriatico, Jonio, Vaglia, Val d’Ala, Villa Chigi, Viale Nemorense, Buenos Aires) fino alla nuova fermata Galleria Borghese.

Nel Centro storico i cambiamenti sono significativi. Viene eliminata la fermata San Silvestro, mentre lo scambio con la linea A non sarà più a piazza di Spagna ma a Barberini. È confermato invece lo scambio con la Metro C a Piazza Venezia.

Nel rione Trastevere la fermata Sonnino è arretrata a Piazza Mastai, mentre sono confermate le due fermate Nievo e Stazione Trastevere, così come la stazione Fermi nel quartiere Marconi.

Dopo via Enrico Fermi tuttavia il nuovo tracciato si discosta da quello previsto nei primi anni Duemila: in pratica la metro anziché attraversare per tre volte l’alveo del Tevere con tre tunnel, sale verso le colline portuensi, integrando quattro delle fermate della diramazione D2: Vigna Pia, Forlanini, Colli Portuensi e Largo La Loggia.

Viene aggiunta la nuova fermata Villa Bonelli e quindi il nuovo tracciato piega verso Magliana Nuova, proseguendo poi oltre il Tevere verso l’Eur (fermate Eur Magliana e Agricoltura e la nuova fermata Eur Tintoretto).

Da qui in poi seguono quattro fermate in direzione sud-est: Grotta Perfetta, Calderon de la Barca, viale della Fotografia e Vigna Murata, dove si attesta il capolinea meridionale e dove sorgerà il deposito dei treni.

Va detto tuttavia che il tratto finale, da piazza Enrico Fermi a Vigna Murata, è ancora in fase di definizione: l’ipotesi di mantenere il tracciato originario affiancandolo con la diramazione D2 verso Corviale non è accantonata.

L’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, ha dichiarato che la prima tratta della linea, tra via Nomentana e viale Nemorense, potrebbe essere inaugurata già entro il 2033. Il costo complessivo del progetto è stimato in 9 miliardi di euro. La partita per il loro reperimento è aperta.


(articolo aggiornato il 30 Gennaio 2025)