Altri santi intanto mettono piede alla Magliana e arrivano da lontanissimo. Siamo al tempo di Onorio (395-423), famoso per il restauro delle mura cittadine: la discesa delle tribù gotiche è ormai nell’aria e Onorio non vuole farsi trovare impreparato. A quel tempo c’è un altro generoso sponsor, la matrona Teodora di Trastevere, che restaura la chiesina di Prassede e la dota di una reliquia esotica: le spoglie di Abbas-Kyros e Iohannis.

Andiamo indietro nel tempo, torniamo al tempo delle persecuzioni di Diocleziano. E ci spostiamo lontano: attraversiamo il Mediterraneo, sbarchiamo in Egitto. Siamo nella città grecofona di Alessandria.

Κυρος (Kyros) è un medico e porta sempre con sé il πανάριον (panarion), la borsa del dottore, che contiene al suo interno la panacea, il farmaco miracoloso in grado di guarire ogni male. Ma Kyros è soprattutto un “medico delle anime”, dotato di poteri di esorcista: scaccia i demoni dalle anime perse e le riconduce alla fede cristiana. Siccome il suo non è un mestiere facile, al suo fianco c’è un giovane soldato armato di spada, il discepolo Ἰωάννης (Iohannis).

Muoiono martiri entrambi. Non conosciamo il giorno esatto ma conosciamo il modo: vengono prima crocefissi e poi anche decapitati. Le loro tombe egiziane sono da subito meta di pellegrinaggio, perché a quanto pare Kyros continua a compiere guarigioni miracolose e liberare gli indemoniati anche da morto: la sua fama cresce, al punto che diventa Abbas-Kyros, “Kyros il grande”.

Esattamente un secolo dopo, le sue reliquie si mettono in viaggio, da Alessandria a Vicus Alexandri, alla Magliana.

Il viaggio delle reliquie ha i contorni di un’epopea. Per quattro anni i monaci egiziani Grimoaldo e Arnolfo hanno viaggiato per terra e per mare, finché bussano alla porta di Teodora, la quale a sua volta riceve in sogno l’ordine di portare le reliquie alla Magliana. La traslazione avviene nell’anno 407; il giorno è il 31 gennaio, che da allora è la festa liturgica dei due santi orientali. La testa mozza di Abbas-Kyros viene deposta in una teca sopra l’altare dell’aula superiore, mentre il resto delle ossa viene tumulato nel vicino ipogeo di Dike, riadattato per l’occasione in cripta martiriale.

In giro però c’è anche un’altra testa mozza, quella di Sant’Adautto. Perché nel V secolo è tutta una frenesia di spostamenti e smembramenti di reliquie. Così le spoglie mortali di Felice e Adautto lasciano per sempre la Magliana e vanno al vicino cimitero di Commodilla, alla Garbatella. La testa di Adautto è oggi a Santa Maria in Cosmedin, alla Bocca della verità.


(articolo aggiornato il 2 Marzo 2023)