Intanto la Maccaferri si converte alla produzione civile e, con palificate e reti metalliche, realizza un piccolo miracolo dell’ingegno italiano. Si fabbricano ora i cancelli componibili “Magliana”. La vendita avviene per catalogo, con tre soli prodotti-base: il recinto, il paletto e il cancello. Il recinto è una rete di maglia metallica, sostenuta da quattro diversi tipi di paletto: normale, testata, angolare e rompitratta. Il cancello è una rete di maglia montata su un telaio sostenuto da colonne tubolari, disponibile in tre tipi: cancellino pedonale, cancello carrabile e cancellata.

Per effettuare l’acquisto basta spedire per posta alla Maccaferri il formulario stampato in fondo al catalogo, indicando prodotti, quantità e metraggio. Tutto l’occorrente arriva smontato e impacchettato – come un moderno prodotto dell’Ikea – e raggiunge via treno e nave ogni parte d’Italia e delle colonie. Un agente va di persona a riscuotere il pagamento, con possibilità di dilazioni a un tasso del 6% annuo. All’acquirente non rimane che montare da sé la recinzione intorno al suo giardino e godersi il ritorno a casa: la guerra è finita.

Qualcosa però, nell’ampliamento della borgata, va storto. Un’indagine ministeriale appura che otto fabbricati non sono stati realizzati a regola d’arte. Il cantiere si ferma.

Gaetano Maccaferri si offre di subentrare nel completamento della borgata, destinando i nuovi alloggi agli operai della sua fonderia. La trattativa va in porto: Maccaferri stipula con la Marchesa Pino-Lecce un contratto di affitto sulla tenuta e nel marzo 1923 ottiene a suo nome un cospicuo finanziamento di lire 406.700 per portare a termine i lavori.


(articolo aggiornato il 15 Ottobre 2022)