Facciamo ancora qualche altro passo, arriviamo al III miglio. A ridosso dell’anno 1059 la chiesina di Papaciro passa in proprietà alle monache benedettine del convento di San Ciriaco in Via Lata. Il culto di Papaciro dev’essere allora assai vivo e devono svolgersi periodici pellegrinaggi fino alla cripta del santo. È più o meno in quel periodo che la cripta viene adornata con questa epigrafe in preziosi caratteri gotici:

In latino altomedievale certifica ai pellegrini che “in questo luogo si conservano i corpi dei santi Abbas Kiros e Giovanni, che un tempo Alessandria la Grande affidò a Roma”.

Alla metà del Duecento per la chiesina arrivano nuove trasformazioni edilizie. La chiesa superiore (originariamente a pianta quadrata) raddoppia la sua superficie: si conserva intatta la facciata rivolta al Tevere, mentre viene demolita la parete di fondo e sono prolungate le due pareti laterali, disegnando ora una navata unica rettangolare. Sulla nuova parete di fondo viene realizzata la curva absidale, in cui si apre una graziosa finestra bifora, affacciata sull’attuale via della Magliana.


(articolo aggiornato il 8 Ottobre 2022)