Arriva il 1932. La vedova Bianchi se ne va dalla Casetta rossa, senza neppure avvisare Bonelli, che pure pagherebbe oro per avere il suo terreno. La vedova ha preferito vendere a un forestiero.

Bonelli, livido di rabbia, si affaccia alla Casetta rossa per conoscere il nuovo vicino. Sbircia l’insegna affissa fuori: “Nervi & Bartoli Società di costruzioni”. Per Bonelli è un incubo: immagina già i suoi carciofi ricoperti di bianche polveri cementizie.

Bonelli si informa. Il nuovo proprietario è un giovanotto lombardo dallo sguardo severo, ingegnere come lui, di nome Pier Luigi Nervi (1891-1979). Tra i due non correrà mai buon sangue. La memoria popolare vuole che in trent’anni di vicinato nessuno li abbia mai visti scambiarsi di più che un saluto di cortesia. Bonelli è un uomo dell’Ottocento: crede nel progresso fintantoché a guidarlo c’è il paternalismo piemontese. Pier Luigi Nervi invece è figlio del XX Secolo, sperimentatore, inventore, pioniere di nuovi materiali da costruzione, capaci di trasmettere alla forza del cemento armato la leggerezza e la grazia della ricerca estetica italiana.

Nervi ama in egual misura sia progettare sul tavolo da disegno che sporcarsi le mani tra le colate di cemento. Lo storico dell’arte Armando Besio riconosce in questa caratteristica la differenza tra Nervi e gli altri progettisti del suo tempo, che fanno o l’una o l’altra cosa ma mai entrambe: “Ha l’audacia dell’ingegnere e la fantasia dell’architetto”.

E ha anche “la concretezza dell’imprenditore”. Nella sua impresa edile infatti Nervi è anche amministratore delegato e direttore tecnico. Suo cugino Bartoli è un mero socio finanziatore. Nella proprietà Nervi & Bartoli tutto è organizzatissimo e suddiviso in un campus a padiglioni, disposti intorno a una piazza interna.

Nella proprietà-cantiere della Magliana, Nervi mette a punto il suo capolavoro d’inventiva: crea e brevetta il “ferrocemento”, un cemento elastico colato su reti di maglia metallica, che può essere sagomato in stampi o tagliato in lastre sottili: resistentissime, eppure straordinariamente leggere.

Gli edifici e le strutture di Nervi assumono così dei tratti pionieristici. Un primo tratto è l’“alleggerimento della struttura a parità di portanza”. Nervi riesce cioè a fare degli edifici così leggeri da sfidare la forza di gravità, capaci di fluttuare nell’aria come mai nessun altro progettista è stato in grado di fare prima.

Un secondo tratto sono i grandi saloni “con volte a campata unica”. Laddove gli altri ingegneri sono ancora costretti sostenere le strutture posizionando nel mezzo sgradevoli pilastri di sostegno, Nervi toglie i pilastri e crea saloni immensi, autoportanti, dove lo sguardo può spaziare.

Un terzo tratto distintivo è la “prefabbricazione”: Nervi pianifica e produce i moduli costruttivi in ferrocemento alla Magliana e poi li trasporta via treno o camion sul cantiere. I vantaggi della prefabbricazione sono enormi: i cantieri di Nervi sono puliti, rapidi e puntuali, perché il “lavoro sporco” viene fatto in anticipo, alla Magliana.

Nervi stupisce l’Italia e acquista fama mondiale.


(articolo aggiornato il 4 Ottobre 2022)