Ottaviano è il nuovo Romolo che rifonda le istituzioni romane, sin dalle fondamenta. Riedifica la città, che è già grande, e con lui diventa grandiosa. “L’ha trovata di mattoni, la lascia di marmo”, scriverà più tardi Svetonio.

Secondo lo storiografo quel destino è scritto in innumerevoli presagi, che riguardano Ottaviano fin da bambino. Il primo di essi ci porta Ad Quartum Campanæ Viæ – al IV miglio della Via Campana, più o meno dove oggi c’è la Borgata Petrelli –, che allora è coperta da un nemus, un bosco sacro. Ottaviano bambino si trova lì, sta facendo spensierato una merenda campestre con pane e formaggio.

Quand’ecco che dall’alto un’aquila punta in picchiata verso di lui e gli porta via di mano il pane. Risalendo in quota, il rapace ha una premonizione: il bambinetto che ha derubato sarà un giorno imperatore. Così, scende a terra con la coda tra le zampe e riconsegna il maltolto. Fa di più: si inchina al futuro Augusto, si accovaccia docile ai suoi piedi e da allora diventa il suo animale d’affezione.

Dalla favola all’allegoria: l’aquila è Roma, un tempo sola nel cielo e senza padroni; quell’aquila maestosa è ormai pronta a sottomettersi all’autorità di un Princeps. Il tempo della Res publica è finito.

L’Urbe conosce sotto Augusto una trasformazione urbanistica e organizzativa radicale. Augusto sistema alveo e rive del Tevere per prevenire le inondazioni; istituisce i vigiles per domare gli incendi; restaura edifici fatiscenti e dà loro nuove funzioni urbane. Prendono forma edifici spettacolari: l’Ara Pacis, il Pantheon, il ricostruito Foro. Roma, metropoli da un milione di abitanti, viene suddivisa in 14 regiones amministrative. La Magliana è parte della Regio XIV, il quadrante periferico della riva destra, chiamato Trans Tiberim, oltre il Tevere. Trastevere.


(articolo aggiornato il 24 Maggio 2022)