Nel 1905 un regio decreto dà il via nell’Agro romano alla costruzione di un nuovo tipo di insediamenti: le “borgate rurali”.

Una borgata rurale consiste nel frazionamento di un latifondo in piccoli poderi (“appoderamento”) e ciascun podere ha al centro un fabbricato rurale, dato in affitto a una singola famiglia contadina. Tra un podere e l’altro ci sono le opere pioniere – la chiesa, la casa del medico condotto, il forno – di una futura piccola città.

Come insediamento-pilota viene prescelta l’area intorno alla stazione ferroviaria della Magliana, su impulso della possidente Elisa Lecce, moglie del marchese Filippo Pino, che di recente ha unificato l’ex vigna Ceccarelli con proprietà minori al Monte delle Piche.

La marchesa Pino-Lecce fa parte del ramo romano di un’importante famiglia di imprenditori farmaceutici milanesi. Sua sorella, Teresa Lecce sposata Koch, possiede altri terreni confinanti, nella vallata di Affogalasino presso l’attuale Genio militare.

Nel 1908, davanti alla stazione ferroviaria, viene posata la prima pietra della nuova chiesina, intitolata alla Madonna di Pompei, cui segue nel gennaio 1909 la licenza edilizia per costruire i primi 20 fabbricati rurali, con relativi poderi da un ettaro ciascuno. La chiesina ha un impianto architettonico a navata unica con tetto a doppio spiovente, improntato a un’austera campagnola semplicità: anche l’abside non è semicircolare ma “a scarsella”, cioè una piccola rientranza quadrangolare in cui è collocato l’altare.

La chiesina ha una particolarità: l’ingresso è dal lato corto, sulla piazza della nascente borgata (oggi piazza Madonna di Pompei), ma la facciata monumentale è realizzata di lato, sulla parte che guarda via della Magliana e il Tevere, in cortina di tufo a vista.

A distanza di sette anni, la chiesina si costituirà in parrocchia, con il titolo del “Santissimo Rosario di Pompei fuori Porta Portuense”.

L’edificazione della borgata rurale Magliana intanto va avanti, con buon ritmo: nel dicembre 1911 la marchesa Elisa Pino-Lecce ottiene il permesso per costruire cinque fabbricati in più, le stalle e i forni, oltre a un mutuo agrario di lire 320.000, che corrispondono a poco meno di 1,3 milioni di euro di oggi. Si aggiungeranno in seguito altri edifici, come la condotta medica, la stazione dei Carabinieri e la scuola intitolata al poeta Giovanni Pascoli, in un edificio preesistente. Viene ristrutturata, per la famiglia Pino-Lecce, un’antica torre semaforica quadrangolare, inglobata in un villino dalle graziose architetture novecentesche e grandi finestre vetrate, che già preannunciano lo stile liberty.

E alla Magliana arriva anche la prima fabbrica: l’IPS, l’Industria Prodotti Siderurgici. La sua nascita, come vedremo a breve, non è il frutto di una pianificazione ma arriva a seguito di una concatenazione di disastri.


(articolo aggiornato il 11 Giugno 2022)