Con l’imbrunire del 9 settembre intanto, sul ponte della Magliana, la battaglia si riaccende.

I tedeschi lanciano un attacco in forze sulla via Ostiense, per aprirsi la strada verso il centro città. Sotto Forte Ostiense i granatieri oppongono una fiera resistenza a colpi di fucile 91 e raffiche di fucile mitragliatore. Contemporaneamente i tedeschi attaccano anche la cittadella dell’E42, per aprirsi un secondo varco verso la città, lungo la via Laurentina. I combattimenti vanno avanti per tutta la notte.

Alle 5:50 del mattino c’è una novità: le artiglierie tedesche, trasportate sul tetto del Palazzo della Civiltà italiana, iniziano il cannoneggiamento del bastione centrale di Forte Ostiense. Dentro la struttura militare, oltre ai granatieri di presidio, ci sono anche 400 bambini del Brefotrofio Gaetano Giardino, affidati alle cure di Don Pietro Occelli e di 35 suore francescane di Sant’Anna.

Alle 6:40 parte un secondo attacco tedesco lungo la via Ostiense. Lo scontro è accesissimo: lo slancio degli Allievi carabinieri sarà decisivo per respingerlo.

Alle sette alcuni paracadutisti tedeschi, armati di lanciafiamme, incendiano il Brefotrofio Giardino, mentre altri paracadutisti penetrano dentro Forte Ostiense.

Mentre l’incendio divampa e si estende al forte, avviene un episodio raccapricciante. Una religiosa, Suor Teresina, è adibita al doloroso compito di ricomporre le salme in una improvvisata camera mortuaria. Un invasore irrompe di colpo; senza curarsi della religiosa incomincia a depredare i cadaveri. Suor Teresina si oppone e lo affronta a mani nude, poi afferra una pesante croce in ottone e la brandisce come un’arma, con furia disperata e sacrilega. Il tedesco fugge ma Suor Teresina morirà poco dopo.

L’incendio adesso divampa, è indomabile. Si teme che la riservetta delle polveri sotto Forte Ostiense possa saltare in aria. Si prende la decisione di evacuare tutti, prima che avvenga l’irreparabile.

Don Occelli esce per primo, issando bandiera bianca, portando subito fuori gli orfani. Solo dopo escono i granatieri. Sono tutti salvi, ma la posizione è persa.

Nella mattinata gli scontri proseguono, nel vicino abitato della Montagnola sulla via Laurentina. I carri tedeschi riprendono l’Ostiense e si aprono il passo verso Porta San Paolo.

Qui, a Porta San Paolo, i tedeschi troveranno una resistenza fierissima.

Le forze italiane si sono radunate e combattono affiancate da un numero consistente di civili. Tra i tanti accorsi, ci sono anche i coniugi Monaco e Sandro Pertini: quest’ultimo, rimasto senza munizioni, comincia a scagliare pietre.

Alle cinque del pomeriggio arriva la notizia che le forze regolari italiane hanno firmato la resa.

L’indomani Roma si sveglierà occupata, in un silenzio spettrale.


(articolo aggiornato il 18 Ottobre 2022)