Il censimento del 1921 riporta che la borgata rurale Magliana ha 1167 abitanti.

In quell’anno fa la sua prima corsa il bus su gomma numero 6, tra la borgata e Stazione Trastevere. Nel tempo la linea cambierà più volte numerazione e percorso, fino ad assumere dal 1951 quella attuale di 128. Il 128, con i suoi cento anni di servizio, è oggi la linea più longeva del territorio.

In quell’anno 1921 la borgata è muta testimone di un disastro ferroviario. La Tribuna illustrata lo racconta in prima pagina, con un drammatico reportage fotografico. È il 17 aprile, una domenica. Un treno stracolmo diretto a Ladispoli inaugura una precoce stagione balneare. Per l’occasione, celebri atleti si sono esibiti in tuffi e hanno fatto il primo bagno.

La sciagura avviene al ritorno, presso l’attuale sottopasso di via del Trullo, dove allora c’è un incrocio di binari a raso. “Un treno merci in manovra – scrive il fotocronista Ferri –, malauguratamente affidato alle mani inesperte di un fuochista diciassettenne, è andato a cozzare come un ariete sulle vetture centrali del treno. Il cozzo è terribile”.

I vagoni precipitano nella scarpata. “Ventiquattro viaggiatori, in gran parte donne e bambini, perdono miseramente la vita e oltre cento individui lasciano brandelli delle loro carni e frammenti delle loro ossa in quel groviglio immane di ferri contorti e legname stroncato”.

Nel bilancio finale si conteranno 30 vittime.


(articolo aggiornato il 17 Ottobre 2022)