Per il nipote prediletto, Girolamo, nel 1477 Papa Sisto organizza un matrimonio d’oro, con Caterina Sforza, figlia del duca di Milano. Il dono di nozze per la giovane coppia è un intero feudo: la città di Imola, appena strappata con le armi al signore di Firenze, Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico.

Girolamo ricambia tanta prodigalità facendosi fedele esecutore delle più torbide richieste dello zio papa: nel 1478 Girolamo è a Firenze, dove con il fratello Raffaele è tra gli animatori della Congiura dei Pazzi. Il progetto dei congiurati prevede l’assassinio di Lorenzo il Magnifico e di tutti i suoi parenti maschi, così da estinguerne la linea di successione. E una volta sgombrato il campo, il posto del Magnifico sarà suo!

La grande congiura scatta il 26 aprile 1478. Siamo nel Duomo di Firenze, mentre si celebra la messa. I congiurati irrompono e uccidono sul colpo il fratello del Magnifico; Lorenzo de’ Medici, invece, scampa miracolosamente. E se Lorenzo è vivo, la congiura è fallita! Ai congiurati non rimane che la fuga. Subito dopo scoppia la guerra.

Intanto, mentre Girolamo è fuori Roma a ordire machiavelliche macchinazioni, un altro giovanotto di bell’aspetto sembrerebbe aver preso il posto di Girolamo, tra i favoriti di Papa Sisto: si tratta del nobile milanese Gian Giacomo Sclafenato (1451-1497), un ventisettenne che il pontefice ha piazzato stabilmente alla Magliana, con il compito di sovraintendere alla costruzione di un nuovo corpo di fabbrica nella tenuta, su progetto architettonico di Jacopo da Pietrasanta. Sclafenato segue i lavori con assiduità e Papa Sisto lo ricompensa, nominandolo “camerario” (amministratore delle proprietà del pontefice) e in seguito cardinale (1483).

Passano due anni e Girolamo ritorna alla Magliana. L’occasione è la “Gran caccia” del 1480, un evento mondano con cui il pontefice presenta alla nobiltà il nuovo cantiere edilizio condotto da Sclafenato, con Girolamo Riario nel ruolo di gran cerimoniere. L’ospite d’onore è il duca Ernesto di Sassonia-Lawenbourg. La battuta, riportano le cronache, riserva abbondanti catture di lepri.

Nel frattempo, le finanze papali prosperano, attraverso diaboliche invenzioni finanziarie: il pontefice rende la vendita delle indulgenze anche retroattiva, per le anime dei defunti; legalizza i lupanari dietro pagamento di una esosa licenza; e quando i Turchi minacciano Otranto (1480) raccoglie in tutta Europa fondi per una nuova crociata, che non farà mai.

Ottenute solide ricchezze, adesso per Papa Sisto è il tempo di godersi lunghi soggiorni alla Magliana.

Si fa costruire persino una speciale “nave bucinatoria” ― simile al bucintoro dei Dogi di Venezia ― con cui fa avanti e indietro lungo il Tevere. Una di queste scorribande sulla nave papale è narrata da una nuova cronaca dell’Infessura: tra Roma e Ostia, Sisto IV si ferma due volte alla Magliana, il 9 e il 12 novembre 1483.

Papa Sisto muore nell’estate seguente. Il periodo di sede vacante è caratterizzato dalla ribellione di Caterina Sforza, che instaura la signoria su Roma. Proclama che terrà lei in consegna “le chiavi di Pietro”, fin quando non sarà trovato un successore all’altezza del defunto Papa Sisto. Caterina giudica il successore in pectore, il 41enne Giuliano Della Rovere, troppo giovane; l’altro pretendente invece, lo spagnolo Rodrigo Borgia, non la soddisfa appieno.

Giuliano e Rodrigo, rivali irriducibili tra di loro, trovano facilmente l’accordo: primo, sloggiare Caterina; secondo, eleggere un papa dalla salute cagionevole, manovrabile da entrambi; terzo, godersi le ricchezze di Roma. Il candidato ideale lo vanno a pescare alla Magliana: è il commendatario Giovan Battista Cybo, che da pontefice si sceglie il nome di Innocenzo VIII.


(articolo aggiornato il 10 Ottobre 2022)